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Immergersi e vivere in un liceo della Napoli degli anni Ottanta

  Da una lettrice, ricevo e pubblico:  " Una ragazza da amare " di Carlo Silvano è un romanzo che si distingue per la sua scorrevolezza e capacità di coinvolgere il lettore fin dalle prime pagine. La trama, seppur semplice, è narrata in modo avvincente, spingendo il lettore a continuare la lettura senza interruzioni. Uno degli aspetti più interessanti del romanzo è la rappresentazione vivida degli scenari di Napoli. L'autore riesce a catturare l'essenza della città attraverso descrizioni dettagliate e vivide, che permettono sia ai nativi che ai non residenti di immergersi completamente nell'atmosfera partenopea. In particolare, la ricorrenza degli odori, delle atmosfere e dei contesti urbani aggiunge profondità alla narrazione, trasportando il lettore direttamente nelle strade e nei vicoli di Napoli. Questo è un elemento che arricchisce notevolmente l'esperienza di lettura, rendendo il contesto un personaggio a sé stante. Un altro tema centrale nel libro è la
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Giancarlo Grasso: Fare un film, racconta quello che sai

    ( Giovanni Galavotti, sceneggiatore )   ( Adriano Sforzi, regista )   Su richiesta dell'amico e dottore Giancarlo Grasso, propongo in questo blog un'intervista a Giovanni Galavotti (sceneggiatore) e ad Adriano Sforzi (regista).  Laboratorio di critica cinematografica Fare un film: racconta quello che sai!   Intervista a Giovanni Galavotti e Adriano Sforzi di Giancarlo Grasso   Un giovane Adriano Sforzi, agli inizi della sua carriera, domandò ad Ermanno Olmi quali dovevano essere le proprietà di un bravo regista. Olmi rispose lapidario: « Racconta quello che sai! » .  Venendo da una famosa famiglia circense, i film di Sforzi raccontano quel mondo nella sua realtà, fatta di sacrifici quotidiani, allenamenti costanti, ma ad un tempo, mostrando anche la cultura che si cela dietro a questo mondo.  Stessa cosa si può dire di Giovanni Galavotti, sceneggiatore, che ha scritto storie legate alla sua terra e al suo tempo.  Un lavoro di critica cinematografica veramen

Silvio Pellico e il richiamo della coscienza

   Silvio Pellico e il richiamo della coscienza Nel corso della storia numerosi pensatori e filosofi hanno cercato di scandagliare le profondità dell’animo umano, cercando di comprendere il senso morale che permea le azioni umane. Uno di questi pensatori è Silvio Pellico, un illustre scrittore e patriota italiano (Saluzzo 1789– Torino 1854). Nel suo libro intitolato “Dei doveri degli uomini”, vi è la seguente affermazione:“Chi mente, se anche non scoperto, ha la punizione in sé medesimo; egli sente che tradisce un dovere e si degrada”. Tale affermazione trascende il tempo e continua a sollecitare riflessioni profonde sulle questioni morali e spirituali. La riflessione di Silvio Pellico suona come un richiamo alla coscienza, un richiamo che risuona particolarmente forte nelle tradizioni spirituali cristiane. Nella prospettiva cristiana, il peccato non è solo un atto contro Dio, ma è anche una ferita inflitta alla propria anima. La menzogna, benché possa sfuggire agli occhi umani, non pu

La Quaresima tra digiuno e crescita spirituale

  La Quaresima tra digiuno e crescita spirituale La Quaresima, periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua, è un momento cruciale nell’anno liturgico cristiano. Questo periodo di riflessione, penitenza e preparazione spirituale ci invita a rivivere l’esperienza di Gesù nel deserto, dove per quaranta giorni e quaranta notti digiunò e resistette alle tentazioni. Una pratica che, se ben compresa e vissuta, può portare a una crescita spirituale profonda e significativa. Ci sono persone che ritengono di poter vivere bene la Quaresima dimostrandosi in questo periodo più “buoni” con il prossimo, e di conseguenza trascurano il digiuno. Gesù, però, dicendoci che le persone bisognose saranno sempre con noi e che occorre amare il prossimo come se stessi, ci invita ad essere sempre generosi e solidali con le persone che ci sono accanto, e non solo per poche settimane nel corso di un anno. In altre parole, Gesù ci ricorda che l'amore e la compassione non possono aspettare un periodo specif

Alla ricerca della pace per conoscere Dio

  Ubi Deus i bi p ax: all a r icerca della p ace per conoscere Dio e dare un senso alla propria esistenza È facile perdersi n el tumulto della vita moderna, tra le innumerevoli distrazioni e le richieste incessanti del quotidiano. Siamo immersi in un mondo frenetico, costantemente connessi a dispositivi e circondati da un costante flusso di informazioni. In mezzo a questa frenesia, il motto latino “Ubi Deus i bi p ax” risuona come un invito a cercare la pace in luoghi lontani dai rumori del mondo, in eremi e boschi, dove il silenzio diventa un rifugio per l’anima assetata di tranquillità e significato.  Il richiamo a cercare Dio in luoghi tranquilli e remoti non è solo un invito religioso, ma una proposta universale per ritrovare l’equilibrio interiore. Soprattutto per i giovani, immersi in una società che spesso valorizza l’efficienza e la produttività, la ricerca di spazi di silenzio diventa un atto di resistenza, un modo per riconnettersi con la propria essenza e

Racconto breve: il rifugio dell'anima

  L’arduo sentiero del bosco si snodava tra alberi secolari, sussurrando antiche preghiere nella brezza leggera che danzava tra i rami. Marco e Sabrina camminavano in silenzio, accompagnati solo dal canto degli uccelli e dal fruscio delle foglie sotto i loro passi. Avevano varcato l’ingresso dell’antico eremo, e subito li aveva colpiti il motto inciso sulla pietra, “Ubi Deus ibi pax”, che ora risuonava nei loro cuori come un’antica melodia.  L’eremo , avvolto in un’atmosfera di semplicità e sacralità, si presentava con la sobrietà tipica degli eremi francescani. Pareti di pietra nuda, finestre austeramente piccole, e un profumo penetrante di incenso che si intrecciava con l’odore terroso del bosco circostante. Marco e Sabrina procedevano con rispetto attraverso gli angusti corridoi, dove l’eco dei passi sembrava riverberare la storia di innumerevoli preghiere e meditazioni.  I due giovani si soffermarono davanti a una piccola cappella, illuminata da una tenue luce che filt

Lina Merlin, un libro per ricordare il dramma dei bordelli

    Ricordare affinché le tragedie avvenute in passato non si ripetano più come, invece, sta accadendo in diversi Paesi anche europei...    Negli anni Cinquanta del secolo scorso una giovane donna scrisse la seguente lettera alla sen. Lina Merlin:   « Ci sono tante e tante ragazze ingenue e povere come lo ero io che ci cascano dentro, ci sono i vampiri (si riferisce ai titolari dei bordelli, ndr) che succhiano il sangue delle povere ragazze, ma se queste case non ci fossero anche se una sbaglia una volta non ha più la possibilità di andare dentro. Quando una di noi è nel giro, se proprio non è finita non la lasciano più uscire, perché oltre a tutto ci fanno firmare tante cambiali, ci indebitiamo per vestirci per le malattie per tutto.. .».   Questo brano è tratto da una breve lettera che una giovane donna scrisse alla senatrice Lina Merlin , strenua sostenitrice della chiusura dei bordelli. In questo toccante messaggio, si dipinge un quadro di sofferenza, ingenuità e disperazione che