Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2012

Il boiaro, letto da Ciro Teodonno

Ecco un'altra recensione - a firma di Ciro Teodonno - dedicata a "Il boiaro".   Uno squarcio su un'epoca passata, quasi remota ma che ha tanto influito sugli anni a venire. La fine di un mondo, quello della piccola nobiltà russa sull'orlo del baratro della rivoluzione socialista. Quando abbiamo letto il titolo e ne abbiamo intesa la tematica, il libro di Carlo Silvano c’era sembrato seguire il filo rosso della leggenda nera del comunismo, quella che dall’altra parte della cortina di ferro, a torto o a ragione, vedeva nel bolscevismo il male assoluto. Ma poi, leggendo tutto il romanzo ci si è resi conto che il libro del nostro conterraneo e veneto d’adozione, aveva una mira più ampia ed elevata... [per continuare a leggere cliccare sul link http://www.ilmediano.it/apz/vs_art.aspx?id=3135  ]

Il boiaro, letto da Marisa Restello

Tutto, dall’inizio alla fine, avviene in poche ore (forse solo un baleno), di una notte d’angoscia. Nel breve tempo in cui ci è concesso di guardare alla nostra vita giunta al massimo della consapevolezza. Il passo successivo è la morte o una vita del tutto nuova. La narrazione che si apre con questa notte di neve, ha più il ritmo di un racconto lungo che di un romanzo e lo sfondo non è quello della Russia, che all’inizio mi aveva molto attirato, con la sua storia e i suoi paesaggi, ma il cuore di un uomo con la sua ricerca d’amore e di verità e la sua incapacità di amare e di comprendere. Il protagonista appartiene alla stirpe dei padroni e si interessa dei sottoposti per quello che gli servono ad aumentare il suo benessere. Non disdegna di passare una serata di musica con i suoi contadini, verso qualcuno nutre anche stima, ma considera suo diritto profittare della giovane figlia del suo fedele fattore. Un sentimento di pura protezione lo riserva, forse, alla sorella che

Treviso, la situazione carceraria italiana

Venerdì 5 ottobre ho partecipato - come relatore - ad un incontro sulla situazione carceraria italiana svoltosi a Treviso presso l'hotel Ca' del Galletto. La serata informativa è stata promossa dall'europarlamentare Andrea Zanoni , e come relatori sono intervenuti Giovanni Borsato ( operatore Caritas ), Francesco Massimo ( direttore del carcere di Treviso ), don Marco Di Benedetto (volontario al carcere di Rebibbia ) e Antonio Zamberlan ( presidente della cooperatica Alternativa ).    Info nel blog http://demoandcrazia.blogspot.it/2012/10/in-nome-dellarticolo-27-della.html   Qui di seguito alcune foto della serata.        

"Canne al vento", romanzo di Grazia Deledda

“ Canne al vento ” di Grazia Deledda fu pubblicato nel 1913: è passato praticamente un secolo da quando i lettori hanno potuto apprezzare questo romanzo che, ancora oggi, conserva uno stile avvincente e narra una storia affascinante. Leggendo queste pagine paragonavo le dame Pintor all'Italia dei nostri giorni, cioè un'Italia che invecchia e che vive di rendita perché incapace di produrre. Di anno in anno le rendite delle dame Pintor (Ruth, Ester e Noemi) si assottigliavano e questo accade anche oggi per il nostro Paese con la delocalizzazione delle aziende e con un debito pubblico spaventoso. C'è poi il protagonista, il servo Efix ,che cerca e spera di far rifiorire la casa delle sue padrone, ovvero le dame Pintor. I servi sono gli ultimi, e anche oggi sono tanti gli ultimi della nostra società che in silenzio e a testa bassa lavorano nelle fabbriche, mantengono unite le famiglie e sostengono come volontari gli indigenti. Nel libro “ Canne al vento ” c'è anche una c