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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Volontari in carcere, intervista a don Marco Di Benedetto

L'intervista che segue a don Marco Di Benedetto è tratta dal volume " Liberi reclusi. Storie di minori detenuti " (terza edizione). IX Volontari in carcere Intervenendo ad un convegno sulla realtà carceraria 1 il giudice di sorveglianza al tribunale di Padova Linda Arata affermò che - per arginare le violenze che si registrano in alcuni penitenziari da parte di agenti nei confronti dei detenuti - è necessario promuovere anche il volontariato: in un carcere, infatti, i volontari non solo hanno il compito di seguire un recluso lungo un preciso percorso di crescita umana e di comprensione del male arrecato alle sue vittime, ma anche di rendere trasparenti le mura della casa circondariale, perché possono testimoniare all'esterno quanto lì avviene. Ma volontari non ci si improvvisa. Con l'intervista che segue a don Marco Di Benedetto 2 , si è cercato di comprendere alcuni aspetti della figura del volontario. Don Marco, come ti sei trovato a fare il volo

La fine di Maometto, fondatore dell'Islam

La fine di Maometto, fondatore dell’islam A proposito delle posizioni della scrittrice algerina Assia Djebar di Carlo Silvano I n diverse opere è stata affrontata la questione relativa alla ribellione all’islam - da parte di diverse tribù della penisola arabica - nata per cause religiose ed economiche dopo la morte del profeta Maometto, con la conseguente repressione che causò una strage di uomini e la riduzione in schiavitù per vecchi, donne e bambini. Non si considera nella giusta misura, però, l’esclusione dei familiari del "messaggero di Dio" dalla successione dei beni posseduti dal "profeta", come pure dalla guida politica e religiosa della comunità musulmana. In un suo libro l’affermata scrittrice algerina Assia Djebar descrive particolari situazioni storiche e mette in bocca a Fatima, una delle figlie di Maometto, delle frasi agghiaccianti che dimostrano come nell’islam sia stridente la disparità tra uomo e donna, e come anche oggi nel mondo musulman

Storie di minori detenuti (1)

La presente testimonianza è tratta dal volume " Liberi reclusi. Storie di minori detenuti ", edita da YouCanPrint (2015) e dalle Edizioni del noce (2012). «Non ho e non voglio avere amici italiani», mi dice senza alcuna esitazione Hamid, appena sedicenne e nato in Marocco. Prova anche un certo fastidio nel toccare questo argomento. Per lui l'amicizia è un valore molto importante perché significa condividere con l'altro, ovvero con l'amico, tutto quello che si ha, tutti i beni che si possiedono. Arrivato in Italia nel 2003 grazie ad un ricongiungimento familiare, proviene da una zona rurale del Marocco profondamente segnata dal fenomeno dell'emigrazione, ma anche del ritorno in Patria di persone che hanno portato denaro e competenze professionali, così da sviluppare certi settori dell'agricoltura e dell'artigianato. «I miei amici – ribadisce Hamid – sono marocchini e tunisini: io fumo, ma evito di spacciare, anche se questo lo fanno i miei amici. Vo