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Visualizzazione dei post da giugno, 2017

YouCanPrint, "Il bambino e l'avvoltoio"

Il bambino e l'avvoltoio Si trascinò per pochi metri. Tanto per uscire dalla capanna dove la madre lo aveva lasciato. Non aveva più forze. Era stremato. Si potevano contare le sue ossa.  A fatica, con tanta fatica, si era mosso carponi spingendosi con i piedi scarniti. Il sole batteva forte sulla terra che circondava la capanna e il bambino non era consapevole della morte, non sapeva nulla di ciò che succede ad un corpo nell'attimo in cui perde l'ultimo alito di vita. Il piccolo percepiva solo la sofferenza di ogni suo singolo osso. Faceva caldo e non c'era acqua.  Respirava a fatica e ogni respiro era un labile lamento; un lamento che nessuno ascoltava. Provò a sedersi per guardarsi attorno e cercare con gli occhi la madre che tardava a tornare.  Era lì, da solo, in un villaggio di poche capanne, tra la polvere che di tanto in tanto una solitaria folata di vento alzava sotto ai raggi abbaglianti del sole, e in un paesaggio circondato dalla calu

Edizioni YouCanPrint, "Il bambino e l'avvoltoio"

In questi giorni le Edizioni YouCanPrint hanno pubblicato un libretto digitale che raccoglie alcuni dei miei racconti: alcuni sono inediti, altri sono stati già proposti al pubblico. Il libretto si intitola "Il bambino e l'avvoltoio". Qui di seguito inserisco il racconto "L'Angelo di via Appiani".  L'angelo di via Appiani  George crede negli angeli e di sabato capita spesso di incontrarlo per Treviso su una panchina di villa Manfrin o di incrociarlo lungo la Restera. Tra le mani ha sempre lo stesso volume: la copertina sgualcita e le pagine ingiallite di un libro che parla di come gli angeli siano vicini ad ogni uomo durante il suo pellegrinaggio terreno.  George legge e medita e vorrebbe far partecipi delle sue riflessioni altre persone; mastica purtroppo un cattivo italiano. Gli unici che possono comprenderlo bene sono i suoi connazionali del Ghana, con i quali ha trovato rifugio in un fabbricato abbandonato in via Appiani. La sera